lunedì 16 gennaio 2012

I peggiori nemici sono i falsi..."amici"...

Amate i vostri nemici.  Dio ci dia di vincere il Male con il Bene! Sono una frana io però so per quale squadra tifo.


GIOVANNI PAOLO IINel testo del Concilio, col richiamo al primo peccato, e al suo retaggio nella storia umana, si chiude la prospettiva della lotta annunciata dalle parole attribuite a Dio in Gen 3, 15: “Io porrò inimicizia”. Se ne deduce che se il peccato è sin dall’inizio legato alla libera volontà e alla responsabilità dell’uomo e apre una questione “drammatica” tra l’uomo e Dio, è anche vero che l’uomo, a causa del peccato, è inserito (come si esprime giustamente il Vaticano II) “in una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre” (Gaudium et Spes, 37). È coinvolto e “come incatenato” (sempre secondo il Concilio) nel dinamismo oscuro di quel “mysterium iniquitatis”, che è più grande di lui e della sua storia terrena.
Ne parla bene a proposito la Lettera agli Efesini: “La nostra battaglia non è contro creature fatte di sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6, 12). Ma anche il pensiero dell’immane realtà del peccato che grava su tutta la storia con una particolare considerazione per i nostri tempi, ci risospinge alla tremenda verità di quelle parole bibliche e conciliari su “l’uomo . . . inserito nella lotta tremenda contro le potenze delle tenebre!”. Non dobbiamo però dimenticare che su questo mistero di tenebra si accende fin dall’inizio una luce che libera la storia dall’incubo di una condanna inesorabile: l’annuncio del Salvatore.