mercoledì 4 febbraio 2009

quarto canto del servo di Jahvè (Isaia 52,13-53,12)

Ecco, il mio servo avrà successo,

sarà onorato, esaltato e molto innalzato.

Come molti si stupirono di lui

tanto era sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto

e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo

così si meraviglieranno di lui molte genti;

i re davanti a lui si chiuderanno la bocca,

poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato

e comprenderanno ciò che mai avevano udito.

Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?

A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?

E’ cresciuto come un virgulto davanti a lui

e come una radice in terra arida.

Non ha apparenza né bellezza

per attirare i nostri sguardi,

non splendore per provare in lui diletto.

Disprezzato e reietto dagli uomini,

uomo dei dolori che ben conosce il patire,

come uno davanti al quale ci si copre la faccia,

era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.

Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,

si è addossato i nostri dolori

e noi lo giudicavamo castigato,

percosso da Dio e umiliato.

Egli è stato trafitto per i nostri delitti,

schiacciato per le nostre iniquità.

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;

per le sue piaghe noi siamo stati guariti.

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,

ognuno di noi seguiva la sua strada;

il Signore fece ricadere su di lui

l’iniquità di noi tutti.

Maltrattato, si lasciò umiliare

e non aprì la sua bocca;

era come agnello condotto al macello,

come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,

e non aprì la sua bocca.

Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo;

chi si affligge per la sua sorte?

Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,

per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte.

Gli si diede sepoltura con gli empi,

con il ricco fu il suo tumulo,

sebbene non avesse commesso violenza

né vi fosse inganno nella sua bocca.

Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.

Quando offrirà se stesso in espiazione,

vedrà una discendenza, vivrà a lungo,

si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.

Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce

e si sazierà della sua conoscenza;

il giusto mio servo giustificherà molti,

egli si addosserà la loro iniquità.

Perciò io gli darò in premio le moltitudini,

dei potenti egli farà bottino,

perché ha consegnato se stesso alla morte

ed è stato annoverato fra gli empi,

mentre egli portava il peccato di molti

e intercedeva per i peccatori”.

Questo è il quarto e ultimo canto del servo del Signore. E’ il canto culminante perché presenta la sofferenza del servo che viene portata fino al limite: la persecuzione, il processo, l’esecuzione, la morte. (tolto da qui)

Sono certa che tutto ciò che Dio permette, persino la crudeltà inflitta a Gesù Cristo e a tutti i martiri fino ad oggi, ha un senso e si volgerà in bene. Dio è Padre e vuole avere misericordia verso tutti e ci dà tempo per comprendere il suo AMORE e farlo circolare in questo mondo, ma quando il tempo finirà, trionferà la giustizia e vittime e carnefici non saranno trattati allo stesso modo...anche chi tace è complice!

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SALVATORE CRISAFULLI