venerdì 21 marzo 2008

Venerdì Santo "In Passione Domini"





Commento al Vangelo del giorno secondo Giovanni 18,1-40.19,1-42 del
Beato Guerrico d’Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
Discorso 4 sui rami delle palme ; SC 202, 211

« Beato chi in lui si rifugia » (Sal 2,12)

Benedetto colui che, per permettere che io possa “stare nelle fenditure della roccia” (Ct 2,14), si è lasciato trafiggere le mani, i piedi e il costato. Benedetto colui che si è squarciato per me, perché io possa penetrare nel santuario ammirabile (Sal 41,5) e nascondermi “nel segreto della sua dimora” (Sal 26,5). Questa roccia è un rifugio..., dolce soggiorno per le colombe; i fori aperti di queste piaghe su tutto questo corpo offrono infatti il perdono ai peccatori e concedono la gioia ai giusti. È una dimora sicura, fratelli, “una torre salda davanti all’avversario” (Sal 60,4), abitare con una meditazione amorevole e costante le piaghe di Cristo nostro Signore, cercare nella fede e nell’amore verso il crocifisso un riparo sicuro per la nostra anima, un riparo contro la veemenza della carne, le tempeste di questo mondo, gli assalti del demonio. La protezione di questo santuario prevale su ogni prestigio di questo mondo...

Entra dunque in quella roccia, nasconditi..., prendi rifugio nel Crocifisso... Cos’è la piaga nel fianco di Cristo se non la porta aperta dell’arca per coloro che saranno preservati dal diluvio? Eppure l’arca di Noè era solo un simbolo; qui c’è la realtà; non si tratta più di salvare la vita mortale, bensì di ricevere l’immortalità...

È dunque proprio giusto che la colomba di Cristo, la sua bella (Ct 2,13-14)..., canti oggi le sue lodi con gioia. Dal ricordo e dall’imitazione della Passione, dalla meditazione delle sue sante piaghe, come dalle fenditure della roccia, la sua voce dolcissima si è fatta sentire agli orecchi dello Sposo (Ct 2,14).